ATELOFOBIA
La paura di essere imperfetti
Siamo quotidianamente bombardati da immagini che ci danno l’illusione che la perfezione esiste: la famiglia perfetta, il corpo perfetto, le relazioni perfette.
Bisogna ricordare che questo ideale di perfezione che ci viene imposto dalla società, dai social, dalla tv, non è la realtà. L’etimologia di “atelofobia” deriva dal greco atelophobia, una parola composta da atelés (che significa imperfetto) e phóbos (ovvero paura, fobia) e rappresenta la paura dell’imperfezione.
Il termine atelofobia va ad indicare quell’insieme di sensazioni sperimentate dal soggetto che lo portano ad un perenne senso di inadeguatezza e ad una conseguente continua ed estenuante ricerca della perfezione.
Gli ideali che ci impone la società, si rischia di pensarli veramente raggiungibili e questa continua ricerca della perfezione è destinata soltanto a generare ansia, stress, sensi di colpa, vergogna.
Un soggetto cresciuto all’interno di queste convinzioni può essere spinto a ricercare perennemente soddisfazione all’interno dell’arco di azioni disponibili, dalla vita quotidiana fino ad arrivare a quella lavorativa, ma senza mai esserne realmente soddisfatto e contento.
Si tratta di un disturbo ansioso.
La persona atelofobica è sempre preoccupata dal fatto che, qualsiasi cosa faccia non sia giusta, presenti errori con conseguenze disastrose, non sia perfetta.
In molti casi gli atelofobici non si mettono mai in competizione con gli altri, sono convinti di non avere mezzi per raggiungere l’obiettivo, non sentendosi mai all’altezza del lavoro.
L’atelofobia è un disturbo che colpisce soprattutto il sesso femminile, in quanto maggiormente vulnerabile a confronti e paragoni rispetto agli uomini.
Le cause non sono facilmente identificabili, oltre a diversi fattori come quelli ambientali, caratteriali, biologico-genetici; spesso viene scatenata da traumi, episodi drammatici, ricordi dolorosi di perdita o insuccesso, una fonte esterna (ad esempio un amico, un. genitore), tutte esperienze che aumentano l’insicurezza e inducono ad incolpare se stessi del proprio fallimento.
L’atelofobia può essere gestita con un percorso terapeutico, le strategie più efficaci comprendono le tecniche di rilassamento, la meditazione e la psicoterapia che hanno l’obiettivo di indurre il paziente a razionalizzare la paura di non riuscire a raggiungere la perfezione e trovare modi per invertire la tendenza.
L’accettare di essere imperfetti ci permette di perdonarci quando sbagliamo, quando facciamo soffrire qualcuno o soffriamo noi stessi, quando deludiamo qualcuno o noi stessi.
Questo “accettare” di essere imperfetti ci permette di affrontare le difficoltà in modi diversi, non significa cadere nella passività e rassegnazione, significa accettare i nostri difetti per poterci lavorare sopra.
Il concetto di perfezione deve essere solo una spinta al miglioramento, non deve diventare una sabbia mobile dentro cui affogare.
L’errore più comune è quello di associare la perfezione alla felicità, pensando di conseguenza che non si possa essere felici senza aver raggiunto la perfezione.
La ricerca ossessiva della perfezione, fa sprecare tante energie e ci porta a non essere autentici, ad indossare delle maschere.
A cura della Dott.ssa Apuzzo Claudia
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