Il catcalling fa riferimento ad una “serie di attenzioni” verbali quali fischi, battute sessiste, complimenti, e allusioni sessuali e comportamentali (es. palpeggiamenti o inseguimenti per strada o in macchina) verso persone sconosciute che si incontrano per strada.

Chi usa il catcalling nasconde la necessità di flirtare e di esprimere interesse sessuale verso il “bersaglio”. A volte, a seconda della vittima, il catcalling può contenere anche insulti di natura omofobica, transfobica e altri commenti che fanno riferimento a etnia, religione, classe sociale e disabilità. Rientra in quelle che sono definite le molestie di strada (street harassment) definite come attenzioni sessuali indesiderate, molestie o oggettivazioni da parte di uno sconosciuto in uno spazio pubblico (Del Grego & Christensen 2020).

L’aspetto subdolo del catcalling è che la molestia vera e propria, si nasconde dietro ad un complimento. Come descritto, infatti, vi è tanta gente che pensa sia un buon modo per approcciarsi all’altro ed esprimere interesse. Quindi fischiare o fare complimenti per strada sarebbe sinonimo di interesse verso l’altro e soprattutto, dal punto di vista di chi lo esercita, dovrebbe essere vissuto come un complimento da chi lo vive.
In realtà, come abbiamo visto, ogni tipo di espressione, commento, giudizio non chiaramente voluto dalla persona che lo riceve è una molestia.

Le conseguenze del catcalling su chi lo subisce sono davvero tante e negative. 

La vergogna

Il primo effetto è quello della vergogna per il proprio corpo e per se stessi.
Sentire determinate frasi che hanno come fulcro il proprio corpo porta poi a focalizzarsi su di esso e anche su ciò che effettivamente non piace. Ed infatti il catcalling è correlato positivamente all’auto-oggettivazione e quindi alla vergogna del proprio corpo.

Il cambio di abitudini comportamentali

Un’altra conseguenza riguarda il cambio delle proprie abitudini, che inevitabilmente la vittima si trova costretta a modificare, per prevenire altri episodi. Chi ha subito il catcalling può iniziare ad evitare:

  • di andare in giro da solo/a, soprattutto di sera o di notte;
  • le abituali attività all’aria aperta, quali ad esempio il jogging;
  • le strade dove è avvenuto l’episodio.

Questo comportamento è un’ulteriore conferma dell’impatto traumatico che questo fenomeno, apparentemente blando, può avere sulla persona che lo subisce.

Certo tutto questo dipende anche dal modo in cui viene percepito e dalla stima che si ha di sé stessi, che può portare ad auto colpevolizzarsi, ritenendosi responsabile dell’accaduto.

Anche chi ha una buona autostima, però, potrebbe avere difficoltà in questo senso. Ad esempio nel caso di inseguimenti e pedinamenti ci si potrebbe sentire in pericolo e questo potrebbe generare un vissuto traumatico.

Alcuni studi condotti sul fenomeno hanno preso in considerazione la relazione tra il catcalling e alcune variabili psicologiche quali: ansia, depressione e qualità del sonno. Dai risultati emersi il catcalling determina l’emergere di una sintomatologia ansiosa e depressiva nelle donne che lo subiscono e porta ad una compromissione della qualità del sonno (Del Greco& Christensen,2020). Ricevere fischi per strada porta la donna a sperimentare stati di ansia che portano a sintomi depressivi che a loro volta hanno effetti negativi sulla qualità del sonno. 

Subire catcalling ha impatto anche sulle percezioni che la donna ha della propria sicurezza nei luoghi pubblici. È stata osservata una correlazione negativa tra l’essere vittima di catcalling e la percezione della propria sicurezza nei luoghi pubblici (Davidson et al;2016).

Il catcalling ha effetti anche sulla percezione che la donna ha del proprio corpo, è stata infatti riscontrata una correlazione negativa tra l’essere vittima di catcalling e l’oggettificazione del proprio corpo (Fairchild & Rudman,2008), le donne che subiscono questo tipo di violenza sperimentano un’aumentata oggettificazione del proprio corpo e aumenta il senso di vergogna. L’oggettificazione del corpo, come spesso è stato dimostrato in letteratura, si associa a sintomatologia ansiosa o a disturbi alimentari (Fairchild & Rudman,2008).

Un’altra emozione sperimentata è il senso di colpa che porta spesso le donne ad incolpare sé stesse dell’atto ricevuto (Farmer e Jordan,2017).

Il senso di colpa può indurre le donne ad avere una visione oggettificata del proprio corpo che le porta ad incolpare sé stesse per come erano vestite o a chiedersi se la molestia subita sia dovuta a qualcosa che hanno detto o fatto.

A causa della normalizzazione e della mancanza di conseguenze legali per gli estranei che attuano molestie di strada, il catcalling continua a verificarsi con molta frequenza e si sta radificando sempre di più nella nostra società.  Sarebbe utile un’adeguata formazione e sensibilizzazione del fenomeno per poterne diminuire il rischio d’incombenza.

A cura delle Dottoresse:

Aurora Affatato

Anna Alberico

Martina De Filippo

Antonella Raffone

Sara Verdoliva