
CONFLITTI IN FAMIGLIA
Quali sono i rischi per i figli?
Cos’è la famiglia? La famiglia è la prima collettività di affetto che incontriamo: si basa sulla comune responsabilità di dare, ricevere, donare e garantire il benessere dei propri membri. Tutti noi siamo parte di una famiglia e tutte le esperienze che viviamo, inevitabilmente, ci plasmano: impariamo i valori, le abitudini e il modo di percepire il mondo.
Salvador Minuchin (1977), considera la famiglia come un sistema ben definito che per essere funzionale, deve essere sufficientemente flessibile e adattarsi ad eventuali richieste evolutive o ambientali. I genitori dovrebbero essere in grado di esercitare la loro autorità senza che vi siano disparità importanti di potere tra padre e madre.
Il conflitto si genera quando tra genitori e figli o tra gli stessi genitori manca unacomunicazione efficace, una buona gestione delle emozioni e una considerazione dei propri bisogni.
Ciò che sussegue è, inevitabilmente, ostilità: quando le persone non riescono a risolvere conflitti familiari ci può essere la completa sottomissione all’altro oppure il disimpegno (meglio inteso come il quieto vivere).
Quando questi conflitti attanagliano la coppia fino a pensare ad una separazione, chi soffre di più sono i figli. Si tratta, infatti, di un’esperienza dolorosa per loro, in quanto sentono vacillare la loro stabilità emotiva, il loro senso di sicurezza, fondamentali durante il loro percorso di crescita.
Non di rado, i figli si trovano ad essere spettatori di offese, ingiurie, critiche tra i genitori che li spingono a prendere le parti ora dell’uno ora dell’altro. Talvolta, il bambino si sente colpevole di essere la causa dei litigi. Tuttavia il modo di percepire gli eventi varia in base alla fase evolutiva:
✓ in un bambino piccolo possiamo assistere ad una regressione di alcune funzioni già acquisite: balbettare, fare incubi notturni, mostrare difficoltà a dormire, non riuscire a trattenere i bisogni fisiologici;
✓ il bambino in età scolare potrebbe non voler andare a scuola, manifestare problemi di profitto scolastico, mostrare aggressività verso i coetanei, presentare disturbi psicosomatici (mal di pancia, mal di testa, ansia);
✓ l’adolescente potrebbe ostentare autonomia, indipedenza e richiedere attenzione attraverso comportamenti antisociali (fughe da casa, piccoli furti, atti vandalici). In questa fase dello sviluppo il gruppo dei pari può acquistare grande importanza sostituendo, addirittura, la famiglia.
Cosa sarebbe meglio fare per tutelare i propri figli?
È sempre preferibile spiegare al bambino, con un linguaggio chiaramente adatto alla sua età, ciò che sta accadendo. Mettere da parte colpe e responsabilità e chiarire che le difficoltà riguardano il rapporto coniugale e non quello filiale.
Il bambino e l’adolescente hanno necessità di sentirsi partecipe di quanto accade e non spettatore passivo: vanno rassicurati circa la possibilità di mantenere rapporti continui e stabili con entrambi i genitori.
Inoltre, è importante adottare la modalità “Ogni esito positivo ad un conflitto”. In particolare, essa:
✓ accresce le capacità di tutti di far fronte alle difficoltà della vita;
✓ aumenta la comprensione e l’accettazione reciproca;
✓ facilita la comunicazione;
✓ aumenta l’intimità, l’interdipendenza e l’autostima.
Talvolta, i genitori in conflitto non pensano alle conseguenze dei propri comportamenti. Nei casi di conflitti altamente negativi la coppia rimane molto concentrata sul rancore e la rabbia nei confronti del partner, dimenticandosi che, nonostante le difficoltà e la sofferenza, si è ancora genitori e che bisogna anche in queste situazioni dare il conforto, la sicurezza, la serenità ai propri figli, che risultano essere le prime vittime di scelte sbagliate tra adulti.
In questi casi si consiglia una breve consultazione con esperti, per riuscire a gestire in maniera funzionale le scelte e i cambiamenti che ne derivano al fine di garantire un adeguato benessere familiare.
A cura di:
Dott.ssa Teresa Amoroso
Dott.ssa Laura Viscusi
Con la supervisione del:
TCE Therapy Center Corsi e Formazione
e
Dott. Elpidio Cecere
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