DEPRESSIONE POST PARTUM

Un rischio per sé stesse e per il proprio bambino

Diventare madre segna un momento importante nella vita di una donna la quale deve confrontarsi con le continue richieste di accudimento del neonato,riorganizzare il proprio tempo e le proprie abitudini,far fronte ai cambiamenti nella coppia relativi al ruolo da assumere e alla sfera sessuale. La madre si ritrova a dover abbandonare il proprio ruolo di figlia e questo implica una vera e propria riorganizzazione identitaria e affettivo-relazionale. Risulta quindi un periodo particolarmente complesso che nel 10-15% può essere caratterizzato dalla presenza della depressione post partum.

L’esatta eziologia della depressione postpartum è sconosciuta e benché tutte le donne possano essere a rischio,questo aumenta per coloro che hanno avuto una precedente diagnosi di depressione o una storia familiare di depressione o che hanno vissuto il cosiddetto “Baby blues”( caratterizzato da sbalzi d’umore rapidi, irritabilità, ansia, diminuzione della concentrazione, insonnia, crisi di pianto) ; per quelle che vivono o hanno vissuto una gravidanza in modo ambivalente (perché è non è stata pianificata o perché non è stato preso in considerazione l’aborto volontario; e per quelle donne che percepiscono la mancanza di sostegno da parte del partner o dei membri della famiglia.

Dal punto di vista della teoria dell’attaccamento, la presenza nella madre di modelli di attaccamento insicuri (nelle loro varianti di distanziamento, iper-coinvolgimento, disorganizzazione) costituisce un fattore di rischio per i disturbi dell’umore, e quindi di depressione;inoltre le madri con modelli insicuri tendono a riprodurre nel corso della nuova interazione con il proprio figlio le aspettative negative interiorizzate sia rispetto alle inadeguate capacità di accudimento del proprio genitore, sia rispetto al senso di frustrazione sperimentato come figlie (Aceti F., Baglioni V., Ciolli P., De Bei F., Di Lorenzo F., Ferracuti F., Giacchetti N., Marini I., Meuti V. Motta P., Roma P., Zaccagni M., Williams R., 2012).

Un altro studio condotto da Agostini, F.; Monti, F.; Salvatori, P. nel 2009, ha evidenziato come la presenza di depressione post partum nelle madri rappresenta un fattore di rischio per il bambino e per la qualità dell’interazione precoce. La depressione post partum,quindi, interferisce con la capacità delle donne di prendersi cura di se stesse e del neonato;questo implicherebbe un mancato attaccamento della madre al proprio bambino con conseguenti problemi sociali,emotivi e cognitivi per quest’ultimo.

I sintomi della depressione post-partum sono simili a quelli della depressione maggiore e possono comprendere: Tristezza estrema,Sbalzi d’umore,Pianto incontrollabile,Insonnia o ipersonnia, Perdita di appetito o iperfagia, Irritabilità e rabbia,Mal di testa e mialgie,Estrema stanchezza,Preoccupazioni eccessive o disinteresse nei confronti del bambino, Sensazione di non essere in grado di prendersi cura del bambino o di essere inadeguata come madre,Paura di danneggiare il bambino,Senso di colpa per i suoi sentimenti,Ideazione suicidaria e Ansietà o attacchi di panico. Questi sintomi possono svilupparsi nell’arco di 3 mesi circa,ma l’esordio solitamente è improvviso.

La depressione post partum può essere angosciante e spaventosa, ma esistono interventi di supporto e trattamenti efficaci che includono l’auto-aiuto, parlare con la famiglia e gli amici del proprio stato d’animo e di cosa potrebbero fare per dare supporto; trovare tempo per se stesse per fare le cose che piacciono; riposare ogni volta che se ne ha la possibilità e dormire quanto più si riesce durante la notte; oltre all’auto-aiuto può risultare utile iniziare un percorso di psicoterapia orientata sul versante sistemico relazionale o cognitivo comportamentale.

A cura della Dott.ssa De Filippo Martina

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