Fino a pochi anni fa’ i disturbi del comportamento alimentare venivano considerati tipici dell’adolescenza e della giovinezza. Oggi invece si dà una maggiore attenzione a queste problematiche anche in età infantile, ossia al di sotto dei 10-12 anni. Alcune difficoltà o disturbi dell’alimentazione che si manifestano nel corso dell’infanzia hanno un’evoluzione positiva e sono limitati nel tempo, altre determinano problemi di crescita o interferiscono con il normale funzionamento della vita familiare e scolastica e tendono a persistere anche durante l’adolescenza e l’età adulta. E’ necessario trovare un equilibrio tra l’eccessiva medicalizzazione delle normali difficoltà evolutive e la sottostima delle stesse. Nel DSM-IV i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione dell’Infanzia e della Prima Fanciullezza sono classificati in tre gruppi:
–Pica: tendenza compulsiva a mangiare materiali non commestibili. È molto comune tra i bambini nel corso del primo anno di vita. Quando,però, tale comportamento si protrae anche dopo il compimento dei 18 mesi e tende a manifestarsi persistentemente, si è in presenza di una patologia. Di solito essa si manifesta nei bambini con ritardo mentale grave o che vivono in un ambiente con forti deprivazioni e carenze.
–Disturbo di ruminazione o mericismo: indica il ripetuto rigurgito volontario, lento, del cibo, che viene riportato dallo stomaco nella bocca, masticato, assaporato e deglutito di nuovo. Insorge nei bambini tra il terzo mese e il primo anno di vita. Per la diagnosi è necessario che tale comportamento sia presente per almeno un mese
–Disturbo della nutrizione dell’Infanzia e della Prima Fanciullezza: tale disturbo si manifesta con la mancanza di una alimentazione adeguata ed incapacità ad aumentare di peso, o significativa perdita di peso durante un periodo di almeno un mese, non causata da una altra patologia medica di tipo organico, con un esordio prima dei 6 anni di età.
Tra gli altri disturbi,quello più diffuso è il comportamento selettivo, per cui i bambini mangiano solo alcune tipologie di cibi; la scelta,in questo caso, viene fatta per categorie che possono essere il colore o il tipo di consistenza. Nel disturbo di alimentazione selettiva, invece, succede che le restrizioni diventano sempre più evidenti e numerose. Un altro disturbo abbastanza comune è la disfagia funzionale, che si verifica quando un bambino ha subito un trauma legato al cibo, ha rischiato,ad esempio, di soffocare per un boccone andato di traverso, o ha visto qualcuno che ha rischiato di soffocare. In questi casi il bimbo mangia con difficoltà proprio perché ha paura che il cibo possa fargli male. Infine, il disturbo da rifiuto pervasivo di cibo porta i bambini a rifiutare non solo di mangiare ma anche di bere. Le cause dei disturbi possono essere psicologiche o fisiologiche. Molte teorie del passato, soprattutto di impronta psicoanalitica, attribuivano la causa dei disturbi alimentari nei bambini alla figura materna. Ciò ha contribuito a generare un enorme senso di colpa, soprattutto nelle madri. L’origine è spesso dovuta all’intreccio di molteplici fattori: caratteristiche innate del bambino (tratti temperamenti), aspetti relazionali, stress psicosociali, difficoltà di regolazione. Quando il bambino mostra comportamenti alimentari disfunzionali per un periodo protratto nel tempo, è bene richiedere un intervento specialistico, il più precocemente possibile. Più tempestivo è l’intervento, migliore è la prognosi, consentendo così di evitare possibili complicazioni. Infatti, un disturbo durante l’età infantile spesso può assumere caratteristiche di continuità durante la crescita e quindi cronicizzarsi, oppure manifestarsi attraverso altre tipologie di disagio.
Dott.ssa Apuzzo Claudia
Dott.ssa Daddio Elisa
Dott.ssa Di Filippo Martina
Dott.ssa Geremia Antonietta