Gli studi psicologici condotti in merito e come fronteggiare le possibili problematiche che possono sorgere in esso.

In psicologia, con il termine famiglia si intende “il primo ambiente in cui il singolo individuo è inserito e che permane nella maggior parte dei casi per tutta la vita. Il rapporto con i familiari contribuisce a fornire molti degli strumenti fondamentali per l’inserimento nella comunità”. La famiglia è formata, tendenzialmente, da un gruppo di persone che comprende genitori e figli; essa viene paragonata a un organismo vivente che nasce, cresce, si evolve e muore secondo fasi ben precise e specifiche. Ogni fase comporta il ristrutturarsi dell’assetto familiare in quanto vecchie modalità di funzionamento sono messe in discussione in vista di un cambiamento, non sempre accettato, dai singoli membri. In particolare, si riscontrano cinque fasi: 1. la formazione della coppia; 2. la famiglia con i bambini piccoli; 3. la famiglia con i figli adolescenti; 4. la famiglia con giovani adulti (famiglia “trampolino di lancio”); 5. la famiglia con genitori anziani (Carte. E., Mc Goldrick M, 1980).

La prima fase comprende “un nucleo appena costituito che si situa nell’intersezione di due storie familiari che affondano le radici in un complesso albero genealogico che le precede cronologicamente e che influenza concretamente la storia del nuovo nucleo (Adinolfi,2006) “ Per farsi che si crei una coppia stabile, è necessario che i due partner abbiano superato la fase iniziale dell’innamoramento. Solo così potranno costruire una vita di coppia incentrata sulla condivisione di vissuti e situazioni, senza perdere di vista la propria identità personale. Contribuisce al benessere di coppia saper definire confini sia rispetto al partner, in quanto entrambi devono avere i propri spazi, sia rispetto alla famiglia d’origine con la quale bisogna stabilire una “sana relazione” senza che essa si invischi eccessivamente nella vita della nuova famiglia, (Minuchin,1974). Un’altra risorsa per la coppia è la capacità di gestire conflitti in maniera costruttiva, individuando soluzioni che non ledano uno dei due partner, ma soddisfino entrambi. L’attesa e la nascita del figlio spinge la coppia nella seconda fase: la famiglia con un figlio piccolo. Si realizza, così, un salto generazionale siccome i partner diventeranno genitori, i genitori saranno nonni e i fratelli dei genitori diventeranno zii. Ognuno avrà un nuovo ruolo e in particolare i nuovi genitori dovranno assumere nuove responsabilità e autorevolezza. Si ristrutturerà la vita della coppia perché madre e padre dovranno modificare i propri obiettivi, tempi e spazi non più come farebbe una coppia di adulti, ma come coppia con un bambino a cui rivolgere cure e attenzione. Bisogna bilanciare il nuovo assetto familiare affinché la nascita non comporti problematiche nella coppia. La famiglia con i figli adolescenti, invece, si imbatte in un ragazzo nella fase di transizione in cui sperimenta continui cambiamenti fisici, emotivi e mentali che potrebbero generare instabilità, insicurezza personale e relazionale. Se i figli si trovano nell’adolescenza, i genitori vivono l’età “di mezzo”; di conseguenza le due generazioni si imbattono in sfide e compiti nuovi a cui dovranno rispondere costruttivamente per potersi adattare. Mentre l’adolescente ha bisogno di costruire la propria identità, rinegoziando la relazione genitori- figli, la coppia genitoriale sente la necessità di curare la propria relazione, salvaguardando gli spazi di intimità.  La famiglia trampolino di lancio, invece, consente ai figli, ormai adulti, di andar via dalla famiglia d’origine. I genitori devono reinvestire le proprie energie, ritrovarsi e coltivare nuovamente la propria intimità, fisica ma anche emotiva, per condividere nuovamente tempi e spazi.  Nei paesi anglosassoni, lo stato fornisce un sostegno economico ai giovani, in Italia, invece, i figli lasciano la casa dei genitori quando termino gli studi, trovano un lavoro e magari si sposano. Tuttavia, un nuovo scenario si sta palesando nel contesto italiano: i giovani fanno fatica a definire un progetto di vita e continuano a vivere con la famiglia d’origine. Nell’ultima fase, “fase del nido vuoto”, i genitori sono ormai anziani, vanno in pensione e nascono i nipoti. L’invecchiamento è accompagnato dalla comparsa di debolezza fisica, di malanni che possono contribuire alla comparsa di malattie. Nonostante si tratti di un periodo di nuove sfide e cambiamenti, la persona anziana è ricca di saggezza di vita e può raccogliere e godere dei risultati positivi delle proprie azioni. Dunque, in ogni fase evolutiva la famiglia deve effettuare delle scelte sia in base alle richieste dei propri membri interni, sia in base ad esigenze esterne del contesto socioculturale in cui è inserita, le scelte in genere riguardano la modificazione dei ruoli, le funzioni, le modalità relazionali, i legami di lealtà, la rinegoziazione del rapporto di dipendenza- autonomia (Andolfi, 2006). Durante il passaggio da uno stadio all’altro nel ciclo di vita della famiglia ogni membro mette in campo tutte le risorse e abilità necessarie per analizzare la nuova situazione, elaborare nuovi modelli di funzionamento e gestire la situazione attuale.

A cura delle Dott.sse Affatato Aurora, Apuzzo Claudia, Basilicata Francesca, Braccini Noemi, Caccavale Claudia, Criscuolo Olimpia, Daddio Elisa, Basilicata Francesca, De Filippo Martina, Geremia Antonietta, Verdoliva Sara.