Con il Dott. Cecere Elpidio e la Dott.ssa Angela Todaro.
Il narcisista si sente importante con una persona che fa di tutto per soddisfare i suoi bisogni perciò seleziona attentamente il suo partner che altro non è che una preda. Da questo partner il narcisista prende tutto ma non da nulla, a parte che nella fase del bombing, una fase iniziale dove bombarda d’amore il partner apparendo come la persona dei sogni. Il narcisista ha il focus concentrato solo su se stesso quindi la relazione di coppia in questo caso non è caratterizzata da reciprocità. Il narcisista ha bisogno di ammirazione costante, di nutrire il proprio ego e di stare al centro dell’attenzione prendendo gradualmente potere sull’altro generando così un incastro perfetto tra se stesso e il dipendente emotivo. Il narcisista colpevolizza il partner per qualsiasi cosa e crea una relazione di dipendenza all’interno della quale l’autostima del partner viene distrutta. Il partner ideale quindi è il dipendente affettivo. Ma chi è il dipendente affettivo? È una persona insicura, con bassa autostima che tenta di compensare i suoi vuoti cercando una figura che appare forte e sicura che da un’illusione di protezione. Il dipendente affettivo nega i propri bisogni e cerca la sua autorealizzazione attraverso la relazione, si aggrappa a questa per non farla finire perché indispensabile per la sua esistenza. L’emozione prevalente in questo caso è la paura della disapprovazione e dell’abbandono. Il dipendente affettivo non crede di dover essere amato per ciò che è realmente; vive costantemente nel senso di colpa, si sente svalutato, criticato, accettato solo nei casi in cui ottiene la condizione di sudditanza. Diventa dipendente dall’obiettivo di dimostrare il suo valore e di guadagnarsi l’approvazione del narcisista. Si annulla come persona rendendosi schiavo del partner; il suo unico modo di ottenere l’amore è quello di piegarsi alla volontà dell’altro. Ha una fame di sicurezza, di riconoscimento da parte del partner e questa condizione è insopportabile. Alla base della struttura interna del dipendente affettivo c’è una speranza distruttiva, ovvero attraverso il partner si cerca di trasformare quello che è un genitore tiranno interiorizzato in una creatura amorevole. Chi dipende affettivamente non vuole rinunciare alla speranza che un giorno il partner manterrà la promessa percepita all’inizio della relazione e dimostri che cos’è l’amore, attraverso questo percorso tortuoso la scelta del partner emotivamente non disponibile ha il significato simbolico di cancellare le umiliazioni subite e negate nell’infanzia. Bisogna capire che nella dipendenza emotiva vanno ricercate quelle dinamiche familiari che hanno portato la persona dipendente a costruirsi un’immagine di sé come persona inadeguata, indegna di essere amata. La dipendenza affettiva è il frutto di un attaccamento disfunzionale avvenuto nella primissima infanzia con le figure di accudimento,quindi se la persona ha avuto un attaccamento insicuro con un genitore iperprotettivo, interiorizzerà la sua incapacità di fare le cose da solo e cercherà in età adulta,nel partner,il continuo sostegno; nel caso invece di un genitore emotivamente deprivante in età evolutiva,c’è una mancata considerazione che sfocia nella svalutazione dei bisogni pratici ed emotivi del bambino e questo porterà in età adulta la persona ad aspettarsi sempre svalutazione e deprivazione. Il dipendente, però, ha dei vantaggi nel rimanere nella relazione ed è importante capire, attraverso la psicoterapia, quali sono questi vantaggi e prenderne consapevolezza. C’è bisogno di tempo per distaccarsi dalla relazione sia da parte del dipendente che del narcisista. Le persone possono cambiare quando sono disposte a fare un serio lavoro su se stesse perché il cambiamento richiede un esame onesto di sé, dei difetti interni, di come il proprio comportamento influisce sulle altre persone. Il cambiamento richiede pazienza e tempo. È difficile che il narcisista possa essere disponibile al cambiamento perché non riconosce le sue responsabilità nella relazione, e non è disposto ad andare in terapia. Può accedere alla terapia quando sperimentano la depressione in un momento di fragilità e il terapeuta deve essere in grado di usare la relazione come antidoto contro quegli schemi disfunzionali interni maturati dal narcisista, usando un atteggiamento empatico e cercando di rinforzare la parte adulta e funzionale del paziente incrementando l’autoconsapevolezza e l’auto-osservazione. L’incapacità di amare del narcisista è una conseguenza del suo vissuto, il narcisista è orfano d’amore. È importante capire qual è la differenza tra amore malato e amore sano, molto spesso la dipendenza viene confusa con l’amore. La risoluzione della dipendenza emotiva è riuscire ad interdipendere in maniera sana e costruttiva sviluppando attraverso alla psicoterapia di 3 capacità fondamentali: autenticità, spontaneità e l’intimità. Condividere i propri vissuti, comprenderli e dare un senso ai propri comportamenti, spostare il focus su sè stessi e non restare ossessivamente sull’altro.
Redatto dalle Dott.sse De Filippo Martina e Criscuolo Olimpia