
QUANDO UN FIGLIO NON ARRIVA…L’ASPETTO ASPETTATIVA
Quanto c’è di psicologico nel concepimento?
“Amore il test di gravidanza è negativo, pensavo fosse la volta giusta!!! Perché non riesco ad avere un bambino? Eppure, abbiamo fatto ogni tipo di visita, abbiamo speso tantissimi soldi e non ho niente che non va!!!”
Questo è un esempio di conversazione nel quale può trovarsi una coppia, che seppur effettuando i più disparati controlli medici non riesce a procreare.
Facciamo un po’ di ordine sul concetto di infertilità.
La fertilità tanto femminile che maschile rappresenta la condizione in cui sono maggiori le probabilità di avviare una gravidanza. Per avere un bambino, è fondamentale che sia gli uomini che le donne presentino una buona fertilità.
L’Istituto Superiore di Sanità, definisce l’infertilità, una condizione di non concepimento dopo un periodo di dodici/ventiquattro mesi, con rapporti intimi miranti ad esso.
L’infertilità si definisce primaria, quando non si è mai verificato un concepimento, e secondaria quando la donna non riesce a restare incinta seppur precedentemente abbia avuto delle gravidanze portate a termine. Le cause di infertilità sono, pressoché, ugualmente distribuite in entrambi i generi.
Gli aspetti psicologici che vivono le donne in una condizione di infertilità sono vari; in particolare potrebbero sentirsi escluse dalla comunità femminile, difettate e talvolta “invidiose” nei confronti di donne incinte.
Sommariamente, quando la pressione della famiglia e il senso di cultura si unisce a tutte queste componenti sopraggiunge, in maniera accentuata, la disperazione.
Essa può sfociare nel disinteresse totale che attanaglia la vita di tutti i giorni: nessuna cosa ha più senso, i rapporti intimi con il partner diventano pura meccanicità, improntata soltanto al tentativo di procreare.
Se i coniugi non vengono sostenuti in modo adeguato c’è un possibile rischio di incorrere in stati ansiosi depressivi. Bisognerebbe, infatti, promuovere atteggiamenti di sostegno e protezione reciproca: la coppia dovrebbe entrare nella fase di accettazione valutando le possibili alternative, quali accettare il fatto di avere una relazione senza figli, ricorrere a metodi di procreazione medicalmente assistita oppure di avviare un percorso per l’adozione.
Varie ricerche realizzate dall’Università dell’Ohio hanno dimostrato che nette condizioni psicologiche di stress influenzano la gravidanza, interferendo con i processi naturali di procreazione.
Alcuni autori sono concordi nel ritenere che l’esperienza dell’infertilità, associata a lunghe diagnosi e ai trattamenti intrusivi mini l’equilibrio psicologico.
Infatti, quando la coppia si sottopone ad accertamenti medici, è possibile che i vari esami somministrati e le domande dettagliate sulla vita privata a cui sono sottoposti, vengano percepiti dalla coppia come una violazione della propria sfera privata.
Un intervento psicologico mirato, consiste nell’accompagnare le coppie nella scoperta, nell’ accoglienza e nella gestione di tutti i vissuti che la condizione di infertilità può provocare.
È importante che la coppia si senta completamente libera di dare sfogo alle emozioni che prova in questa fase critica per evitare ripercussioni sulla vita comune.
L’intervento psicologico ha la funzione di:
– prevenire il disagio emotivo in cui incorre la coppia, durante i tentativi di concepimento;
– intervenire sull’ansia e altri vissuti che possono interferire con la fertilità e altri fattori psicologici annessi;
–sostenere la coppia nella scelta di eventuali soluzioni alternative (PMA, adozione) e accompagnarla durante tutto il processo.
Al di là dell’importante intervento psicologico è fondamentale comprendere che “Una vita in coppia armoniosa e concorde non si copia né si incolla, ma si costruisce con pazienza, perseveranza e, soprattutto, con reciproca comprensione e tolleranza”.
A cura della
Dott.ssa Laura Viscusi
Con la supervisione del:
TCE Therapy Center Corsi e Formazione
e
Dott.Elpidio Cecere
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